modefinance ha aggiornato il Corporate Credit Rating per GIORGIO ARMANI S.P.A.: A3+ (Affirm)
modefinance ha pubblicato sul proprio sito CRA il Corporate Credit Rating (Affirm) di GIORGIO ARMANI S.P.A., a seguito della pubblicazione del bilancio chiuso il 31 dicembre 2017.
modefinance ha confermato il rating precedentemente assegnato alla società, pari a A3+ (affirm).
Key Rating Assumptions
L’analisi dei fondamentali della società conferma un’elevata solidità, soprattutto per quanto riguarda il profilo della solvibilità, che garantisce a Giorgio Armani S.p.A. un’elevata resilienza a eventuali condizioni macroeconomiche avverse.
Le ragioni che hanno guidato tale scelta sono le seguenti:
- La situazione finanziaria ed economica complessiva di Giorgio Armani S.p.A. nel 2017 può essere considerata molto solida. Rispetto all'anno precedente, la Società ha migliorato la solvibilità e la liquidità, registrando un lieve calo della redditività, che è rimasta comunque adeguata. In termini di solvibilità, i miglioramenti sono dovuti all’aumento del patrimonio netto e al calo delle passività totali, con un'esposizione quasi nulla verso banche e istituti di credito. Per quanto riguarda la liquidità, maggiori disponibilità liquide hanno spinto tutti i principali indicatori su livelli adeguati, superiori a quelli registrati dalle società sane del settore. Infine, a livello di redditività, Giorgio Armani S.p.A. ha registrato una contrazione del fatturato e di tutti i principali margini operativi, principalmente per la razionalizzazione del portafoglio delle linee del Gruppo, ma tutti i principali indicatori di redditività sono rimasti su livelli adeguati;
- Confrontando Giorgio Armani S.p.A. con il suo gruppo di riferimento, emerge che la casa di moda italiana è ben posizionata in termini di fatturato (69° percentile della distribuzione del peer group). Il Gruppo presenta un'ottima condizione di solvibilità (91/100) e un'adeguata redditività (49/100);
- Giorgio Armani S.p.A. è una società con una lunga storia, fondata nel 1975. Oggi rappresenta un’icona mondiale della moda ed è un solido gruppo internazionale, che comprende 13 controllate e 524 negozi gestiti direttamente in tutto il mondo, con un totale di 8.100 dipendenti;
- Il Global Ultimate Owner di Giorgio Armani S.p.A. è il Sig. Giorgio Armani, fondatore e anche presidente del Consiglio di Amministrazione, che comprende altri sei consiglieri, tre dei quali appartenenti alla famiglia Armani. Nonostante sia in qualche modo gestita dalla famiglia, i risultati mostrano che la Società è stata finora ben gestita. La valutazione complessiva del Gruppo Armani, che conta 13 controllate, è positiva, poiché la maggior parte delle società del Gruppo ha un buon livello di affidabilità creditizia. Con l'istituzione della Fondazione Giorgio Armani, il fondatore e unico proprietario della Società ha cercato di assicurare il futuro del Gruppo, che non dovrebbe pertanto essere quotato in borsa né venduto, almeno nel breve periodo. Tuttavia, resta da vedere se questo schema avrà successo e porterà la Società a una nuova fase di prosperità;
- Analizzando l'affidabilità creditizia del settore e confrontandola con quella di Giorgio Armani S.p.A., emerge che la maison italiana presenta una condizione di solvibilità estremamente solida, con indicatori migliori rispetto al gruppo di riferimento, i cui valori mediani, comunque, si attestano su livelli virtuosi. La società fa meglio del peer group anche in termini di liquidità, grazie a valori più elevati di current e quick ratio, che, d'altra parte, non sono completamente bilanciati nel settore. Tenendo conto della redditività, la Società presenta approssimativamente lo stesso ROE e ROCE del settore, su livelli adeguati;
- Giorgio Armani S.p.A. realizza la maggior parte dei suoi ricavi totali in Europa, Nord America e Asia del Pacifico ed è quindi fortemente influenzato dalla loro situazione macroeconomica. Nel 2017, tutti i principali indicatori macroeconomici di queste regioni hanno mostrato una ripresa, ma le previsioni per il 2018 mostrano un rallentamento, almeno per Europa e Cina;
- La decisione del governo italiano di aumentare il rapporto deficit/PIL al 2,4% ha avuto un impatto negativo sullo spread BTP-BUND, che è salito ad oltre 300 punti. Data l'esposizione bancaria quasi nulla di Armani, i più alti tassi di interesse non rappresentano una minaccia diretta per la Società, ma le possibili conseguenze negative che ciò comporta non possono essere sottovalutate. Altre potenziali fonti di rischio potrebbero derivare dall'impatto della Brexit, in particolare se non viene raggiunto un accordo commerciale formale, e da altre politiche protezionistiche come quelle minacciate dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sebbene la presenza di una filiale del Gruppo a New York dovrebbe proteggere la Società da questo pericolo.
Importante
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