Due valutazioni differenti: credit rating e credit scoring
Che le agenzie di rating non godano di buona nomea, non è certamente un mistero.
Sarà colpa della crisi; sarà che nell’immaginario collettivo le agenzie di rating sono spesso associate a giudici spietati; o sarà ancora – più probabile – che attorno al concetto stesso di rating regna una generale confusione.
Il problema è che da tale disinformazione a rimetterci sono in primo luogo le aziende, che nei rating, nello specifico nei rating di credito, potrebbero trovare una preziosa risorsa per la valutazione dell’affidabilità di clienti e partner e limitare le perdite inattese.
Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza intorno a questo argomento e vediamo quali strumenti hanno a disposizione le imprese per valutare la rischiosità dei propri investimenti.
Partiamo da una definizione: il rating di credito è un parere sulla capacità di un’azienda di generare le risorse necessarie a far fronte agli impegni finanziari contratti. Da qui possiamo dedurre che il rating assegnato ad una società non dipende dalla sua grandezza o dal suo fatturato; anche una piccola azienda può ottenere una valutazione più alta di una multinazionale.
Nell’analisi preliminare all’emissione del rating rientrano tutti i fattori che determinano lo stato di salute di un’azienda: non solo le caratteristiche economico-finanziarie, vale a dire l’analisi della redditività, della liquidità, della solvibilità a via dicendo, ma anche parametri qualitativi, come le capacità dimostrate dal management nella gestione dell’impresa e la stabilità del Paese in cui opera.
Proprio la soggettività di questi ultimi fattori ci permette di introdurre un modello di valutazione analogo al rating: lo scoring.
Lo scoring è un punteggio sull’affidabilità creditizia di un’azienda, che viene calcolato attraverso l’applicazione di un algoritmo o di un modello statistico prefissato. È facile intuire che trattandosi di un giudizio assegnato in maniera automatica, lo scoring potrà tener conto solo di variabili quantificabili matematicamente, escludendo da qualunque tipo di considerazione quei fattori qualitativi a cui abbiamo accennato poco sopra per i quali si rendono invece necessarie le competenze e l’esperienza di un analista finanziario.
Riassumendo, mentre lo scoring si basa principalmente sull’analisi dei dati di bilancio dell’azienda, confrontando i valori di ciascun indice con i valori medi risultanti dal confronto settoriale, il rating estende l’analisi anche a fattori esterni, valutando tutto ciò che può influenzare l’andamento dell’azienda.
Rating e scoring: a quale affidarsi?
Rating e scoring hanno chiaramente tempistiche e costi diversi e offrono vantaggi differenti.
Un rating di credito è fondamentale per avere più facile accesso a forme di finanziamento e collaborazione ed è una forma di garanzia per le imprese che vogliano attestare la propria affidabilità creditizia verso la controparte (fornitori, clienti, gare d’appalto, partner) o per valutare la situazione economico-finanziaria di un soggetto terzo, ad esempio nel caso di un’acquisizione.
I servizi di scoring presentano un costo più contenuto e hanno il vantaggio di offrire una valutazione immediata, sebbene più concisa, della salute delle aziende; sono spesso disponibili via app e consentono agli utenti di accedere allo score della controparte in qualunque momento.
È importante ricordare che in Europa solamente i rating emessi dalle agenzie di rating registrate secondo il Regolamento Europeo N.1060/2009 hanno valore legale, mentre servizi di scoring possono essere erogati da chiunque abbia accesso ai dati pubblici dei bilanci depositati dalle aziende.
Per questo motivo, nel scegliere il software di scoring a cui affidarsi, è opportuno verificare l'affidabilità della metodologia di valutazione e optare per soluzioni che sottopongono a regolare revisione i risultati, come s-peek, i cui credit score sono calcolati attraverso la metodologia MORE, testata e validata a cadenza regolare.