modefinance tra le capofila del progetto vincitore
La comunicazione è arrivata poche settimane fa: il progetto di ricerca “FIN-TECH: Financial Supervision and Technological Compliance” è risultato vincitore di un finanziamento di 2.5 milioni erogato dal programma europeo di ricerca e innovazione Horizon2020.
Siamo particolarmente felici di questa notizia perché rappresenta un traguardo sotto molti punti di vista. Per noi, innanzitutto, perché tra gli oltre 25 partner e 30 collaboratori che parteciperanno al progetto guidato dal prof. Paolo Giudici dell’Università di Pavia e comprendente:
- alcune tra le migliori università europee (tra cui la Sorbonne di Parigi, la Humboldt Universität di Berlino e lo University College of London);
- le maggiori associazioni di settore (B-Hive, AFGC, Fintech District, Swiss Fintech Innovations, ecc.);
- e tutti gli enti regolatori e supervisori nazionali ed europei (ESMA, EBA, EIOPA, Consob, FCA, AMF, ecc.).
modefinance rappresenta una delle poche aziende Fintech chiamate a partecipare. In secondo luogo perché il progetto è la risposta concreta ad una esigenza particolarmente sentita (nonché ad una delle critiche più frequentemente mosse a questo settore), ovvero la necessità di una regolamentazione delle tecnologie finanziarie uniformata a livello europeo.
In altre parole, il progetto consentirà di formare le autorità di regolamentazione del Fintech al fine di stabilire una normativa comune che possa migliorare la competitività europea nel settore tecnologico-finanziario.
Perché c'è bisogno di una normativa valida per tutti?
Il Fintech ha avuto negli ultimi anni uno sviluppo rapidissimo e sta rivoluzionando l’intero mondo finanziario. Se pensiamo solamente a come sono cambiate le modalità di finanziamento e pagamento (dalle criptovalute ai peer-to-peer lending, solo per citarne alcune) risulta evidente la necessità di introdurre una regolamentazione in grado di verificare la conformità di tali tecnologie e di vigilare sulle società Fintech tutelando consumatori e investitori dai rischi connessi, tra cui frodi, attacchi cibernetici e attività illegali.
Ci sono tuttavia due ordini di problemi: da un lato la velocità degli sviluppi delle tecnologie richiede che la normativa sia sufficientemente fluida da non limitare le innovazioni e le potenzialità economiche del Fintech; dall’altro, le normative presenti a livello locale devono essere uniformate per poter garantire alle società Fintech di aprirsi ad un mercato più esteso di quello locale. In particolare, proprio la mancanza di una normativa comune ha portato alla nascita di due nuove branche del Fintech:
- la RegTech (o Regulatory Technology), che mira allo sviluppo di tecnologie avanzate per aiutare imprese e organizzazioni ad essere sempre in regola con le diverse normative e regolamentazioni;
- e la SupTech (o Supervisory Technology), ovvero le soluzioni tecnologiche che affrontano i problemi e le sfide affrontate dalle autorità di vigilanza.
Queste tendenze se da un lato hanno il merito di aver iniziato a favorire i processi di regolamentazione e vigilanza, dall’altro rendono ancora più evidente la necessità di un’azione comune e comunitaria. Ciò significa anche dare un forte impulso alla ricerca nel campo dell’Intelligenza Artificiale, nell’analisi dei Big Data e della Blockchain, le cui tecnologie possono:
- ridurre le distorsioni del credit scoring e migliorare l'individuazione delle frodi nei prestiti peer-to-peer;
- misurare e monitorare il rischio sistemico nei prestiti peer-to-peer;
- identificare i rischi informatici e IT nella consulenza robotica;
- migliorare la corrispondenza del profilo di rischio del cliente;
- identificare e quantificare le attività illegali e il riciclaggio di denaro nell'allocazione criptata.
A tal fine, il progetto svilupperà, nel biennio 2019-2020, attività di ricerca che costituirà una comune piattaforma europea di misurazione dei rischi Fintech.
Noi siamo prontissimi per iniziare.