Sono stati concessi ancora due anni di tempo, ma la strada è tracciata.
Con l’ultima proposta del 27 Ottobre, la Commissione Europea ha confermato il pacchetto di norme che vede un inasprimento dei requisiti di capitale minimi bancari e una limitazione all’uso dei modelli di valutazione IRB (Internal Rating Based).
«Uno dei fondamenti delle nuove regole – spiega Gianni Zorzi, docente di Risk Management e Finanza Internazionale all'Università di Udine e Head of Compliance per modefinance – è portare una maggiore coerenza tra i modelli di valutazione adottati dalle banche per il calcolo dei Risk Weighted Assets (RWA). La proposta della Commissione Europea prevede pertanto l’introduzione di un “output floor”, una soglia che fisserà un livello minimo ai requisiti patrimoniali calcolati attraverso modelli interni: questi non potranno essere inferiori al 72,5% di quelli calcolati attraverso l’attuale metodo standard SA-CR».
Se l’anno prossimo la proposta verrà confermata, le banche avranno un periodo di transizione di cinque anni – dal 2025 al 2030 – durante il quale la percentuale di aderenza stabilita dall'output floor andrà via via aumentando. A partire dal 2025 quindi, le banche non potranno più attenersi solamente ai propri modelli di valutazione interni, ma dovranno necessariamente applicare anche il metodo standard come pietra di confronto. Questo prevede il ricorso ai rating esterni elaborati dalle Agenzie di rating ECAI per determinare la qualità del credito e la quota da destinare a riserva del capitale. Ma cosa comporta un tale cambiamento?
Quanto costerà alle banche adattarsi alla nuova normativa?
Per diluire nel tempo l’impatto della nuova normativa sul capitale bancario, sono previsti sgravi transitori fino al 2032. Alla fine di tale periodo, il nuovo sistema porterà a un aumento dei requisiti di capitale complessivi tra l’8% e il 9%, secondo le stime del vicepresidente della Commissione Europee Valdis Dombrovskis.
Ma per le banche esiste anche un costo nascosto. L’adozione di metodi standard per il calcolo dei requisiti patrimoniali è oggi infatti estremamente limitata per i costi e le tempistiche che l’emissione di un rating richiede. Alla fine del periodo di transizione invece, gli istituti bancari dovrebbero ricorrere ai rating emessi dalle ECAI per il calcolo dei requisiti patrimoniali della maggior parte delle proprie esposizioni.
«Adottare un modello standardized non deve tradursi in un rallentamento delle procedure di valutazione, rallentamento che inevitabilmente si tradurrebbe in una congestione del sistema bancario e in un allungamento dei tempi di erogazione del credito – commenta Chiara di Piazza, Senior Rating Analyst e responsabile del progetto rating ECAI – questa riflessione, unita all’expertise di modefinance nell’automazione dei processi di valutazione creditizia, ci ha portati a elaborare un processo di fast rating che consente di ottenere un rating ECAI valido a tutti gli effetti per il calcolo degli RWA nel giro di poche ore».
Una procedura Fintech per i rating ECAI
Una procedura interna che ricalca l’emissione di un Credit Rating tradizionale, ma ampiamente automatizzata grazie all’impiego delle metodologie Fintech proprietarie; questa l'idea sottostante il processo di emissione dei rating ECAI. Il portale Tigran, già in uso presso banche e istituti finanziari e di recente riconosciuto con brevetto per la flessibilità e unicità della piattaforma, è stato adattato alle specifiche esigenze degli analisti finanziari, creando un workflow di analisi automatizzato ma soggetto al costante controllo dell’analista, il quale ha sempre la possibilità, in ogni fase del processo, di apporre un giudizio qualitativo e sovrascrivere il risultato dell’analisi.
A conclusione della procedura, si ottiene un rating pubblico unsolicited, nel pieno rispetto delle normative stabilite dalle Autorità di Vigilanza Europee, che hanno riconosciuto la pari qualità dei rating solicited e unsolicited di modefinance. I rating sono comunicati al soggetto valutato e distribuiti in abbonamento alla banca, che può così beneficiare, sia in termini di costi che di tempistiche, dei vantaggi delle metodologie di analisi di Intelligenza Artificiale all’interno di un procedimento regolamentato. Senza dimenticare che il rating viene sottoposto automaticamente e costantemente al monitoraggio.
«Tramite questa procedura – conclude Di Piazza – siamo in grado di fornire alla banche una valutazione di un intero portafoglio nel giro di 1-2 settimane, a cui si aggiunge il monitoraggio delle posizioni già valutate».
Che la strada sia già definita o ancora da tracciare, modefinance è pronta a percorrerla.